Patrimonio bibliografico:

La Biblioteca Civica possiede circa 13.000 documenti.

Presenza di fondi:

Fondo Tommasini

Particolarità:

Umberto Tommasini (Vivaro, 9 marzo 1896 – Vivaro, 22 agosto 1980), originario di Vivaro, è stato un anarchico italiano degli inizi del ‘900, la cui famiglia donò la propria collezione di libri alla Biblioteca. Il Fondo Tommasini, costituito da 223 volumi, presenta libri scolastici e di letteratura per l’infanzia; numerosi sono i romanzi popolari, i testi politici ed i classici della letteratura. Inoltre vi sono libretti d’opera, manuali di varia natura, codici giuridici, libri d’arte e libri d’antiquariato. Alcune opere relative al movimento socialista italiano ed austro-ungarico sono delle vere e proprie rarità a livello nazionale (su alcuni libri sono visibili anche i talloncini della censura). “È probabile che in origine i libri siano stati messi assieme senza un piano preciso, raffazzonandoli come capitava. La presenza di edizioni successive al 1914 mostra tuttavia che la biblioteca venne aggiornata secondo una organica linea di approfondimento dei valori socialisti e, insieme, della cultura generale, non disdegnando un accostamento alla storia friulana (tratto da “Vivaro Basaldella Tesis. Memoria per immagini” a cura di Paolo Goi, edito da Comune di Vivaro, p. 41). Fondo disponibile per la sola consultazione.

Breve storia della Biblioteca:

La Biblioteca di Vivaro deve le proprie origini al circolo culturale istituito in paese nel 1914 da Angelo Tommasini (padre di Umberto e Ferruccio), con l’obiettivo di combattere la miseria e l’analfabetismo che caratterizzavano la classe operaia in quegli anni: un’iniziativa che inizialmente non ebbe vita facile – ceti borghesi e clero parlavano all’epoca di “libri malfamati” – ma che, successivamente, vide un rapido sviluppo di lettori, provenienti anche dai paesi vicini. Con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1915 gli associati del Circolo si dispersero, e con essi un buon numero di libri: ciò che rimase fu custodito dagli eredi di Tommasini che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, tentarono a più riprese di ricostituire la Biblioteca. Con delibera del 23 dicembre 1968, venne istituita dal Comune la Biblioteca Civica pubblica, alla quale fu donato ciò che restava dei libri del Circolo creato da Angelo Tommasini. Tra i promotori il figlio Ferruccio, che nel 1970 redasse inoltre la prima esauriente storia di Vivaro e la cui opera di bibliotecario fu continuata poi dalla moglie Kate, che ha gestito la biblioteca per più di trent’anni. Risale al 2002 l’intitolazione dei locali a Ferruccio Tommasini.

Cenni sul territorio:

Vivaro, situato nella pedemontana pordenonese, è conosciuto anche come comune nei “Magredi”. La pianura magredile, con direttiva Europea n. 92/43, è stata proposta come Sito di Interesse Comunitario, denominato “Magredi del Cellina”. Una più vasta zona è stata delimitata come Area di Rilevante Interesse Ambientale (ARIA n. 7) “Fiume Meduna e torrente Cellina” dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia. Parte di questo terreno è stato a fatica guadagnato all’agricoltura grazie ai moderni impianti irrigui installati dal Consorzio di Bonifica Cellina Meduna. Accanto all’agricoltura si è sviluppata un’importante zona artigianale con 15 insediamenti produttivi che al 31/12/2005 occupavano 300 unità lavorative inserite nelle seguenti attività: sabbiature per strutture in metallo, manifatture, mosaici, chimica farmaceutica, manutenzione di impianti industriali, attrezzature per impianti elettrici e per la montagna oltre alla lavorazione del legno. Quanto all’etimologia del nome di Vivaro (“Vivarium” nei testi più antichi) è indubbiamente di origine romana.
Purtroppo dei tempi prima dell’anno 1000 si sa poco e bisogna arrivare al X° secolo per trovare citato “Vivaro”, quando nel 976 l’imperatore Ottone II° donò al Patriarca di Aquileia anche la “pieve di Maniago” dalla quale Vivaro dipendeva. Nell’872 i Vivaresi avevano costruito una chiesa all’interno dell’antica “cortina”, riprodotta in una mappa del 1606.
La cortina era una specie di fortilizio circondato da un fosso d’acqua con all’interno le abitazioni, i depositi, le armi e un ponte levatoio che ne permetteva l’isolamento durante le frequenti invasioni. Non diversa l’origine delle frazioni di Basaldella (“piccola chiesa”) e Tesis (“tese per la cattura degli uccelli”), comunità nate e sviluppatesi lungo il tragitto della stessa strada dei guadi.
L’attuale chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta di Vivaro, un elegante ed imponente edificio in stile neoclassico, risale al 1810. La chiesa di Basaldella, con abside e presbiterio del 1495 e navata del 1772, mostra due bellissime pale di Gaspare Narvesa, pittore del 1600. A Tesis (Thesis nei documenti antichi) la chiesa è stata costruita tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 e conserva un pregevole fonte battesimale ed una bella acquasantiera del 1529.
Il “Museo archeologico Antiquarium” di Tesis di Vivaro è attualmente una delle più ricche raccolte della provincia di reperti archeologici di epoca romana rinvenuti nella pianura e nella pedemontana pordenonese dal Gruppo Archeologico “Cellina-Meduna Co. G. di Ragogna” in oltre trent’anni di attività, sotto le direttive della Soprintendenza dei Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia. I reperti conservati offrono una significativa testimonianza della vita delle popolazioni che si insediarono nel territorio dalla Protostoria al Medioevo. Interessanti e numerosi sono gli attrezzi in ferro ed importanti sono i reperti inerenti gli usi funerari.
Dal 2008 la sede dell’Antiquarium è stata trasferita presso l’edificio restaurato della vecchia latteria di Tesis, che ospita anche al piano terra un’esposizione di attrezzi dell’arte casearia risalenti al secolo scorso.

Attività E servizi PARTICOLARI DELLA BIBLIOTECA
  • Prestito e consultazione in sede dei documenti posseduti
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